"COME DIFENDERSI DALL'AVVOCATO INFEDELE"


L’infedele patrocinio, cioè il tradimento del CITTADINO in giudizio da parte del proprio avvocato, è un reato tra i più ignobili, ed è un vero "delitto perfetto": è difficile da scoprire ed è favorito sia dal Parlamento, composto in buona parte da avvocati, che dall‘Ordine degli Avvocati, arroccato nella difesa di posizioni corporative e chiuso nell’arbitrio di procedimenti incontrollabili che terminano di solito con archiviazioni.
Il CITTADINO deve pertanto difendersi autonomamente nell’ambito delle vigenti Leggi.
ALCUNE BREVI INDICAZIONI:
  • Informatevi preventivamente sull’affidabilità del legale, possibilmente presso suoi clienti, tenete presente che non sempre tariffe alte e studio importante sono garanzie di sicurezza;
  • verificate l’interesse professionale dell’avvocato, fatevi fare un preventivo totale e pagate sempre con assegni, per avere prove nel caso d'eventuali contestazioni. Non consegnate documenti originali senza avere in cambio una ricevuta, fornite solo fotocopie;
  • intervenite alle udienze: se non è tutto chiaro chiedete formali spiegazioni a mezzo lettera raccomandata AR. Imparate a consultare i Codici, parlate con altri avvocati ed eventualmente associateli alla difesa;
  • diffidate dei continui rinvii, delle perizie tecniche incomplete, delle spiegazioni poco chiare, dei mancati interventi in udienza, e del mancato ritiro della sentenza, questa dopo un anno diviene irrevocabile;
  • prestate attenzione alle fasi finali dell’istruttoria: udienza collegiale, deposito conclusioni, deposito replica. Visionate questi documenti ed eventualmente esigete correzioni ed annullamenti, se non avete riscontro revocate il mandato all’avvocato articolando quello che è il giustificato motivo a tale decisione;
  • ricordate che in base all’art. 76 delle Norme d’attuazione del Codice di Procedura Civile, la parte ha diritto di visionare gli atti in Tribunale, e di ottenerne copie: e’ consigliabile farlo dopo ogni udienza in modo da poter visionare i documenti con calma e poterli verificare insieme a persone competenti;
  • in caso d’accertata violazione degli obblighi professionali da parte del proprio avvocato, revocategli subito il mandato - ben articolando nello scritto quello che è il giustificato motivo a tale decisione - e chiedete la restituzione degli onorari ed il risarcimento danni; se la Vostra richiesta non dovesse avere riscontro chiedete una conciliazione al Consiglio dell’Ordine ed esigete copia del relativo verbale;
  • qualora il tentativo di conciliazione non fosse soddisfacente chiedete al Consiglio dell’Ordine un procedimento disciplinare ed esigete di conoscere la decisione finale;
  • se il procedimento disciplinare dovesse concludersi in un’archiviazione - come avviene di solito, per motivi corporativi - diffidate il Consiglio dell’Ordine e citate l’avvocato in giudizio: chiedete l’appoggio delle Associazioni degli utenti e dei consumatori;
  • se avete prove fondate denunciate l’avvocato alla Procura della Repubblica: e’ un atto indispensabile per la salvaguardia dei propri interessi. La denuncia penale è un atto importante: prima di presentarla raccogliete documenti, prove e testimonianze;
  • l'Ordine degli Avvocati è vigilato dal Ministro della Giustizia, pertanto se ravvisate irregolarità scrivete al Ministro;
  • il patrocinio o consulenza infedele è un reato previsto dall’art. 380 del Codice penale ed è punito con la reclusione e con la multa ed è perseguibile d’ufficio: questo comporta che l’Associazione degli utenti e dei consumatori alla quale siete iscritti vi può sostenere con una denuncia c.d. ad adiuvandum.
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Per difendere i tuo diritti rivolgiti ad:
ASSOCITTADINI ASSOCIAZIONE DEGLI UTENTI E DEI CONSUMATORI



27/05/2019

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