Il Comune vince: le multe si devono pagare

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Semaforo della discordia. Ribaltata la prima sentenza: il vistared di viale della Vittoria viene ritenuto regolare


Il semaforo con il video red (Print)
Il semaforo con il video red (Print)

Pesaro, 11 giugno 2013 - IL VISTARED di viale della Vittoria era regolare. E le multe correttamente notificate. Per questo, si annullano le sentenze di primo grado favorevoli agli automobilisti e si condannano quest’ultimi al pagamento della multa di 154 euro, delle spese legali e delle spese della perizia, per un totale che supera i 1300 euro. Lo ha stabilito il giudice civile di secondo grado Sabrina Carbini che ha accolto i primi 36 ricorsi proposti dall’amministrazione comunale (avvocato Mariangela Bressanelli insieme alla collega Gattini) che contestavano la decisione di primo grado dei giudici di pace. Questi avevano annullato quasi 500 verbali su ricorso degli automobilisti per il passaggio col rosso. Il Comune, dopo essersi visto imporre pure il pagamento delle spese legali pari a 200 euro, ha fatto ricorso ma non in maniera generalizzata. Ha appellato solo quelle sentenze che vedevano la presenza di avvocati e consulenti in difesa dell’operato dell’automobilista. E anche in sede di appello, il Comune era disponibile a rinunciare al ricorso prima del giudizio a condizione che l’automobilista rinunciasse ad incassare i famosi 200 euro di spese legali del primo grado. Molti hanno accettato, tanti altri (un centinaio) no. E ora è arrivata la sentenza che dà ragione alle convinzioni del Comune ed in particolare segue il lavoro tecnico dell’ingegner Papa, nominato dal giudice Carbini, a verificare la durata del giallo semaforico ed ad accertare come vengono gestite le contravvenzioni elevate col vistared. E secondo la perizia, è spropositata la durata del giallo imposta dal giudice di primo grado pari ad 8 secondi anche perché «...4 secondi sono più che sufficienti per consentire ad un automobilista di fermarsi prima che scatti il rosso».

IL GIUDICE poi taglia di netto il ruolo del red-delay, cioè il ritardo col quale parte il filmato che evidenzia la targa dell’automobilista che passa col rosso. Per il magistrato, in base alla perizia dell’ingegner Papa, quel meccanismo non conta nulla: «...non è altro che un parametro per meglio inquadrare la targa e non ha nulla a che vedere con l’infrazione». Poi giudica perfettamente regolare il meccanismo di gestione delle multe, col filmato selezionato dalla ditta privata: «...pur con una variazione degli strumenti disponibili, il lavoro della traffic tecnology è equivalente alla stampa di una foto con impressa la data, l’ora e la località, come spesso avveniva anni addietro quando si usava la pellicola». Dice l’avvocato Bressanelli: «E’ stata riconosciuta la legittimità del vistared come strumento di deterrenza e ci dispiace che molti cittadini siano stati trascinati fino all’appello che ha comportato per loro notevoli aggravi di spese».

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